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L’impianto embrionale - Il ruolo dell’infiammazione

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L’impianto embrionale
Il ruolo dell’infiammazione
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Introduzione Embryo Implantation

Attualmente, nei media, l’infiammazione è rappresentata come avente un’influenza negativa sulla salute, ma per una buona ragione. L'infiammazione è correlata a molti processi di malattia, soprattutto quelli coinvolti nelle condizioni autoimmuni, come la malattia di Crohn, l’artrite e l’asma.[1] È facile dimenticare che la risposta infiammatoria, in quanto parte del sistema immunitario, è di per sé un processo adattativo per aiutare nella guarigione. La risposta infiammatoria comporta una sequenza di reazioni, che comprendono citochine, neutrofili, molecole di adesione, ecc., inducendo il rimodellamento del tessuto colpito.[1] È stato suggerito che il ruolo dell’infiammazione nell’impianto embrionale è necessario e aumenta le probabilità di successo del concepimento.

L'impianto

L'impianto, o annidamento, si verifica come un microtrauma, in quanto lo strato esterno dell'embrione si rifugia nell'endometrio.[1] La riuscita di un impianto può verificarsi solo quando l'utero è ricettivo, durante la finestra di impianto (WOI), nota anche come fase secretoria del ciclo mestruale (giorni 19-23). Un certo numero di cambiamenti chimici e cellulari si verificano nell'endometrio, in questo momento, come l’espressione di cellule immuni e lo sviluppo di microvilli per aiutare nell’annidamento, suggerendo inoltre l'importanza di un ruolo infiammatorio.[2]

La scienza è stata in grado di superare molti disturbi riproduttivi attraverso lo sviluppo di tecniche di fecondazione in vitro; tuttavia, l'annidamento resta la fase che limita il tasso di successo, con oltre la metà degli impianti umani che non vanno a buon fine.[2] Uno studio ha esaminato il ruolo della lesione meccanica dell'endometrio, nel miglioramento della ricettività uterina. È stato scoperto che quando delle biopsie endometriali sono state eseguite, durante il precedente o l’attuale ciclo di fecondazione assistita, i tassi di impianto, le gravidanze cliniche e le nascite sono migliorate.[2]

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)

I FANS sono tra i farmaci più comunemente usati nel mondo sviluppato, con il solo scopo di sopprimere il processo infiammatorio. Il rischio del consumo di FANS per la riproduzione umana non è stato accuratamente studiato. È stato tuttavia dimostrato che l'uso di indometacina (antinfiammatorio), durante o in prossimità del momento dell'impianto, ha parzialmente o completamente impedito l'impianto stesso, in ratti, topi, criceti e conigli.[3] Gli autori suggeriscono che questo è dovuto all’effetto dell’indometacina sulla diminuzione delle prostaglandine infiammatorie, normalmente rilasciate in corrispondenza del sito di impianto.[3] È stato anche rilevato che l'antinfiammatorio diclofenac, quando iniettato un’ora prima del trasferimento, inibisce significativamente l’impianto e la placentazione.[4]

Embryo Implantation

Tali ripercussioni possono essere visibili anche in seguito, nei risultati gestazionali. Uno studio di coorte ha investigato sull'uso prenatale di FANS, nelle donne in prossimità del concepimento / durante la gravidanza, e tassi di aborto. In questo studio, l’uso prenatale di antinfiammatori non steroidei è stato associato con un aumento dell’80% del rischio di aborto spontaneo.[5] L'associazione è stata ancora più forte quando i FANS sono stati assunti vicini al momento del concepimento o per più di una settimana.[5] Lo studio fornisce prove a sostegno del ruolo positivo dell’infiammazione sul concepimento e mette in evidenza la necessità di ulteriori indagini in materia.

Antinfiammatori naturali (AI)

Molte prescrizioni naturali agiscono in un modo simile agli antinfiammatori farmaceutici e funzionano nel diminuire l'infiammazione nel corpo. Le erbe come la curcuma e lo zenzero sono note per le loro proprietà AI e hanno dimostrato di agire in modo efficace, tanto quanto i prodotti farmaceutici. Per esempio, uno studio ha confrontato l’uso dell’estratto di curcuma e dell’ibuprofene per il trattamento dell’osteoartrite del ginocchio e non è stata rilevata alcuna differenza nell'efficacia e nella sicurezza del trattamento.[6] Se queste prescrizioni a base di erbe hanno effetti sul corpo, simili a quelli dei FANS, dovremmo essere allora allo stesso tempo preoccupati del loro utilizzo e del loro influsso negativo sui tassi di impianto?

Chen e Chan hanno condotto uno studio per esaminare la questione. Gli autori hanno trattato i topi con 20 μM di curcumina, durante la maturazione in vitro, e hanno rilevato che il rapporto di impianto embrionale è stato significativamente inferiore (30%), rispetto a quello osservato nel gruppo di controllo, che non aveva ricevuto curcumina.[7] Infatti, la somministrazione di curcumina agli ovociti, durante la maturazione, ha portato a un aumento del riassorbimento osseo dopo l'impianto e la diminuzione del peso fetale.[7] In aggiunta, un ulteriore studio ha svolto una valutazione sull’integrazione di omega 3 e l’infiammazione nella placenta.[8] Gli autori di questo studio hanno rilevato che i livelli dei mediatori pro-infiammatori materni diminuiscono con l’utilizzo degli omega 3, suggerendo inoltre che anche gli AI naturali possono influire negativamente sulla riuscita di un impianto.

Conclusioni Embryo Implantation

È evidente che vi è un ruolo pro-infiammatorio necessario per il processo di impianto. Come si è visto sopra, molti FANS si sono rivelati dannosi al momento di valutare il successo dell’impianto e la cessazione del loro utilizzo deve essere pertanto considerata. Un’ipotesi suggerisce che la variabilità dell’impatto degli AI sull’impianto è dovuta al bersagliamento di percorsi infiammatori alternativi. Sono pertanto necessarie ulteriori indagini in merito a determinati prodotti farmaceutici e al loro meccanismo di azione. Questo vale anche per gli AI naturali. Tuttavia, sulla base del riesame di cui sopra e in attesa che delle ulteriori attività di ricerca vengano condotte, esaminando l'influenza degli AI naturali sull’impianto, il loro uso dovrebbe essere limitato o arrestato durante la finestra di impianto (giorni 19-23 del ciclo).

È importante distinguere tra la cascata pro-infiammatoria, che si verifica durante la fase di impianto, e l’infiammazione che si verifica come parte di un processo di malattia. Le raccomandazioni di cui sopra non includono il trattamento di condizioni autoimmuni o l’infiammazione causata da uno stile di vita poco salutare.