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Un approccio olistico ai disturbi alimentari - Prospettive in Naturopatia

Italiano


by Natalie Mulligan, BSc, ND

The Spark Institute
9401 Jane Street
Vaughan, ON, L6A 4H7

A Holistic Approach to Eating Disorders - Naturopathic Perspectives


Contesto

I disturbi alimentari (tra cui l’anoressia e la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata e altri disturbi alimentari non altrimenti specificati) continuano a essere incredibilmente difficili da trattare terapeuticamente e continuano a essere molto fraintesi tra il pubblico in generale e la professione medica. In medicina, ci sono diverse etichette date ai pazienti sulla base della loro sintomatologia, ma ciò che vediamo clinicamente è che vi è ben poca distinzione fra i vari disturbi; sebbene ci saranno elementi di restrizione, le abbuffate e il vomito indotto si presentano in ogni singolo paziente con un disturbo alimentare. Le etichette, in realtà, creano uno stigma fra i pazienti con un disturbo alimentare (dove alcune etichette sono considerate molto più "opportune" rispetto ad altre) e non sono state estremamente utili, da una prospettiva legata al trattamento, dato il tasso di recupero molto basso e l'alto tasso di ricaduta, che rappresentano la realtà nei programmi per i disturbi alimentari che esistono in Canada (1).

In generale, esistono tre tipi di disturbi alimentari che sono più comuni, anche se i pazienti possono presentare dei sintomi di molti disturbi, con vari gradi. Il primo è l’anoressia; essa comporta, di solito, una paura ossessiva di ingrassare e, di conseguenza, l'assunzione di cibo è drasticamente ridotta. L'anoressia è il più pericoloso dei disturbi perché può portare alla morte. In secondo luogo, vi è la bulimia; in questo caso l’abbuffata è in genere seguita dal vomito forzato, dall’eccessivo esercizio fisico o dall'uso di lassativi. Infine, il disturbo da alimentazione incontrollata avviene quando si perde il controllo sull’alimentazione, ma ciò può anche non essere seguito da dei comportamenti compensativi, come il vomito indotto.

A Holistic Approach to Eating Disorders - Naturopathic Perspectives

Il modello di trattamento, nei programmi finanziati dal governo, è altamente concentrato sul cibo, con l'intenzione di ripristinare il peso o ridurre i sintomi. Il problema di ciò è che, sebbene i comportamenti alimentari diventino un problema enorme per questi pazienti, il disturbo alimentare non ha nulla a che fare con il cibo. I sintomi legati al cibo sono un'espressione di quello che un paziente sente emotivamente e senza un’adeguata attenzione all’estensiva componente psicologica, la causa della malattia non sarà mai affrontata e quindi sarà soggetta a continuare a ripresentarsi. Questa disconnessione, tra la base del disturbo e il metodo di trattamento, è probabilmente responsabile dei bassi tassi di recupero e delle elevate percentuali di ricaduta (2).

Il modello che ha senso di esistere, quando si trattano i disturbi alimentari, è un approccio olistico, il che significa trattare tutta la persona e ogni singolo fattore che gioca un ruolo nel disturbo. Dal nostro punto di vista, l'aspetto nutrizionale, l’aspetto psicologico/emotivo e l'aspetto fisico del disturbo alimentare hanno tutti bisogno di attenzione. I sintomi legati al cibo sono un problema enorme e devono essere affrontati; questo è importante tanto quanto l'aspetto emotivo, che è dove risiede il disturbo alimentare stesso; inoltre, anche il danno fisico che è sopportato dal corpo e che deriva dai sintomi, è altrettanto importante.

Un piano di trattamento completo affronterà contemporaneamente tutti e tre questi aspetti. Sappiamo che la salute mentale è così multi-fattoriale che è impossibile capire esattamente quali sono gli elementi che costituiscono la problematica; di solito, si tratta di un accumulo di fattori multipli, provenienti da più fonti, che portano alla rottura, quando sono in combinazione. Quando affrontiamo i tre aspetti della salute, che sono colpiti da un disturbo alimentare (nutrizionale, fisico e psicologico), le cose sembrano tornare a posto e i pazienti possono andare avanti. Tratteremo in dettaglio alcuni di questi aspetti più avanti.

A Holistic Approach to Eating Disorders - Naturopathic Perspectives Alternative terapeutiche

Da un punto di vista fisico, la maggior parte dei pazienti visti dai medici naturopati hanno dei seri problemi con la digestione, il sonno, l’energia, gli ormoni e altri ambiti. Alcuni di questi problemi possono essere un grave ostacolo per andare avanti con il recupero. Così, in genere, i medici naturopati prescriveranno ai pazienti delle erbe o degli integratori, così come l'agopuntura, per ridurre al minimo questi sintomi, il che può aiutare a spianare la strada per delle ulteriori opzioni di trattamento (in particolare, la nutrizione e la consulenza psicologica).

Dal punto di vista emotivo, i pazienti in terapia sono in grado di lavorare attraverso dei modelli che giocano con il disturbo dell'alimentazione e la loro vita, affrontano qualsiasi ansia che è presente, come risultato dei cambiamenti fatti nella loro vita per il recupero, e iniziano a esplorare dei modi per lasciare andare il disturbo alimentare e riempire quello spazio con un meccanismo di coping sano. Uno dei migliori trattamenti, con il massimo livello di evidenza a sostegno del suo uso, è la terapia cognitivo comportamentale, o CBT (3). La CBT è condotta attraverso diverse sessioni e affronta in modo sistematico i pensieri sottostanti, le emozioni e i comportamenti che il paziente sta vivendo. Essa ha dimostrato di diminuire i comportamenti negativi, legati all’alimentazione, e di contribuire a migliorare il benessere, mentre fa diminuire l'intensità delle esperienze negative, come l'ansia.

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Ci sono tantissime opzioni supplementari di trattamento disponibili che sono state studiate. I risultati di una revisione sistematica hanno mostrato che l'esercizio fisico è di aiuto (in particolare, l’allenamento aerobico e per la resistenza), così come lo yoga, i massaggi e la terapia di consapevolezza corporea di base, che hanno dimostrato di ridurre i punteggi sui questionari convalidati, che misurano la gravità dei sintomi e la depressione (4). Per gli operatori è utile identificare quale sottoinsieme di terapie potrebbe essere più appropriato per i pazienti, in base alle loro preferenze e in base a ciò che è più realisticamente realizzato.

Da un punto di vista nutrizionale, i sintomi di un disturbo alimentare risiedono nel mondo del cibo, così nell’ambito nutrizionale il lavoro è individualizzato e specializzato nel soddisfare un paziente, esattamente nel punto in cui si trova, in un dato momento. La nutrizione comporta spesso l’educazione alimentare, la cucina, la pianificazione dei pasti insieme, le gite ai ristoranti, davvero qualsiasi cosa che coinvolga il cibo. Molti operatori non discuteranno nemmeno del cibo fino a quando alcune delle questioni emotive sottostanti non sono state affrontate. Tuttavia, il cibo alla fine deve essere discusso, soprattutto se c'è una mancanza di informazione, che accompagna la presentazione del singolo paziente. Le diete che si concentrano sui cibi integrali, la frutta, la verdura e il giusto apporto proteico dovrebbero essere discusse.

Conclusioni

Sappiamo che durante il recupero ci sono momenti in cui l’elemento cibo è il più difficile da gestire e la terapia è un luogo per elaborare ciò; ci sono momenti in cui l’elemento terapeutico è più difficile e questo è quando sono davvero utili delle ulteriori sessioni di agopuntura o degli integratori, per aiutare con l'ansia. Il processo di recupero è dinamico, sempre mutevole e richiede costantemente un supporto diverso; così, incorporando i 3 componenti di trattamento il programma dei pazienti è in grado di essere adattato, di conseguenza.

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Il recupero è possibile, ma può essere molto difficile per molti. Il sostegno da parte molte aree diverse è spesso utile (la famiglia, il lavoro, le relazioni, il sostegno sociale). Queste condizioni sono spesso celate ai propri cari, per la vergogna o il senso di colpa. Tuttavia, molti pazienti trovano che, quando condividono le loro preoccupazioni con gli altri, di solito, ottengono più sostegno e si sentono meglio. Fare il salto è davvero un lavoro duro e, spesso, davvero spaventoso, tuttavia abbiamo visto moltissime persone ritrovare il benessere. Vi incoraggiamo sempre a cercare la cura e la guida di un professionista qualificato, come ad esempio un medico naturopata con licenza.