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Osteoporosi - Approcci naturali

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Osteoporosi - Approcci naturali
by Tiffany Eberhard, HBSc., ND

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London, ON N6P 1A3

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Osteoporosis - Natural Approaches

Introduzione

L'osteoporosi è una malattia del sistema scheletrico caratterizzata dal deterioramento del tessuto osseo ed una riduzione della massa ossea (1). L'osteoporosi è il risultato di interruzioni di omeostasi scheletrica di lungo termine che è una causa secondaria rispetto alle qualità nutrizionali, fisiche, genetiche, endocrine e fattori ambientali. La massa ossea è correlata alla resistenza ossea e quindi una diminuzione della massa ossea origina una sua fragilità e un aumentato rischio di frattura. La popolazione anziana è la più incline a frattura per la diminuita massa ossea, forza muscolare, coordinazione dei movimenti e la propriocezione. Inoltre, tra gli anziani, l’assunzione di farmaci o per disturbi neurologici, di vista o udito, aumentano il rischio di una frattura. L'osteoporosi è generalmente asintomatica quando la frattura si presenta in forma lieve. Interessa particolarmente tutto il sistema scheletrico considerato che una possibile frattura possa crearsi in qualsiasi tratto osseo. Tuttavia la maggior parte delle fratture da osteoporosi interessano il raggio distale, il femore prossimale (frattura dell'anca), e la colonna vertebrale (compressione vertebrale frattura). Le fratture del femore sono responsabili di una significativa gravità e mortalità mentre le fratture vertebrali generano una curvatura della spina dorsale, una perdita dell’altezza e provocando anche il mal di schiena. Le donne sono esposte ad un rischio di ammalarsi di osteoporosi quattro volte maggiore rispetto agli uomini. Nel periodo di post menopausa corrono il rischio maggiore per la minore produzione di estrogeni tipica di quella condizione (2). L'osteoporosi penalizza la qualità della vita di coloro che temono o sono soggette a fratture ossee (3). Si può prevenire e curare se si affrontano e si curano le problematiche che disturbano una normale omeostasi scheletrica (2).

Lo sviluppo della massa ossea inizia dalla nascita e raggiunge un picco di densità tra i 30 e i 35 anni per l’osso corticale e versioni precedenti per l'osso trabecolare. Questo picco di massa ossea controllata dai geni raggiunge la sua condizione ottimale con l’assunzione di nutrienti necessari e prevenendo i fattori che possono ridurla. Le ossa sono in uno stato costante di rimodellamento, che consiste nel riassorbimento osseo da osteoclasti e nella formazione ossea mediante osteoblasti. La perdita complessiva della massa ossea è compresa tra il 20-30% negli uomini e fino al 40-50% nelle donne. È influenzata da molti fattori come l’attività fisica, l’assunzione di nutrienti, l’equilibrio acido-basico, il sistema endocrino e locali problematiche ossee. I regolatori fondamentali del rimodellamento osseo sono l'ormone paratiroideo (PTH), la vitamina D e la calcitonina per i benefici esercitati nel mantenimento ottimale dei livelli sierici di calcio. Altri ormoni che influenzano il rimodellamento osseo includono gli estrogeni e il progesterone, gli androgeni, l’ormone della tiroide e i glucocorticoidi. L'estrogeno aumenta la formazione di calcitonina e quindi inibisce gli osteoclasti. Stimola anche l'assorbimento del calcio intestinale e facilita la sintesi di vitamina D. L’ormone tiroideo attiva gli osteoclasti in ipertiroidismo essendo associato ad un aumento del riassorbimento osseo. Le ghiandole surrenali e i tessuti adiposi riforniscono di estrogeni in post-menopausa, ma molte donne arrivando alla menopausa in uno stato di stanchezza surrenale non garantiscono il fabbisogno di estrogeni a protezione delle loro ossa (2).

Considerata la natura silenziosa dell’osteoporosi, la prevenzione e un tempestivo intervento sono fondamentali. La densitometria ossea a raggi X DEXA (DEXA) quantifica la densità ossea della colonna vertebrale lombare, del femore prossimale e dell’avambraccio. Si tratta di un esame rapido e non invasivo, per determinare la densità ossea scheletrica, il rischio di frattura e monitorare l'efficacia di trattamento (2).


Trattamento naturopatico Diet La dieta

Una dieta bilanciata ricca di frutta e verdura e di proteine è un fattore chiave nella prevenzione di malattie tra cui l'osteoporosi. È importante per ottenere una quantità sufficiente di calcio così come altri importanti i minerali e le vitamine favorevoli alla crescita ossea. Il fumo di sigaretta e assunzione di alcool sono correlati ad una condizione di osteoporosi. Il fumo di sigaretta impoverisce l’organismo dell’acido ascorbico esponendolo a una varietà di tossine, che danneggiano direttamente l’osso interferendo con l'assorbimento del calcio. L'alcol inibisce l'assorbimento e aumenta l'escrezione di calcio, magnesio, acido ascorbico, rame e zinco. Gli studi hanno dimostrato che il consumo di due o tre tazze di bevande a base di caffeina al giorno accelera la perdita di tessuto osseo dorsale e nelle donne, assumendo complessivamente una quantità di calcio inferiore a 800 mg al giorno (2). Un altro studio ha dimostrato che il consumo di caffeina superiore a 300 mg al giorno è correlato ad un più elevato tasso di perdita ossea nel periodo post-menopausa nelle donne anziane nella maggior parte dei tratti scheletrici, più significativamente del tratto dorsale (4). La presenza eccessiva di fosfato nelle bevande analcoliche e le diete altamente proteiche contribuiscono, con apporto di calcio insufficiente, alla perdita ossea. (2).

Exercise Esercizi

Per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi è essenziale l’esercizio fisico. L’attività fisica incide nel mantenimento osseo stimolandone il rimodellamento (3). La perdita della massa ossea raggiunge il suo picco massimo sia dal relativo consumo dell’osso-costruzione di nutrienti che dal carico meccanico sui muscoli scheletrici. L’esercizio fisico modella sia la massa ossea che la massa muscolare e migliora la coordinazione dei movimenti, la flessibilità e la propriocezione. Per essere efficace è necessario svolgere un’attività fisica in maniera costante e per tutta la vita. Uno studio ha dimostrato che nelle donne che hanno svolto un’intensa attività fisica due o più volte alla settimana o la cui attività settimanale complessiva ammontava a 4 ore, la densità ossea è maggiore rispetto a quelle che hanno svolto attività fisica meno di due volte a settimana o non meno di quattro ore settimanali (2). La combinazione di esercizio fisico e l’integrazione di calcio nella dieta arresta la perdita minerale ossea. Le donne che hanno camminato per 30 minuti, con un’intensità superiore al 90% del massimo sforzo, tre volte alla settimana per un periodo di 8 mesi, hanno mostrato un aumento della loro densità minerale ossea (BMD) dell’1.1% del rachide lombare (5). Un intenso esercizio fisico e un insolito maggior carico prodotto aumentano la BMD. Uno studio ha esaminato l'effetto di massima resistenza agli urti e resistenza alla formazione su 4 giorni a settimana per 2 anni in donne di 55 anni in post-menopausa. Nel gruppo che ha svolto attività fisica la densità ossea è aumentata dell’1,3% superiore alla linea di base rispetto al gruppo controllato che ha perso l’1,2% (6). Un’attività fisica breve e discontinua stimola la risposta adattativa dell'osso con un insolito modello di carico necessario. Inoltre, l’adattabilità dell’osso richiede risposte dinamiche di stimolazione meccanica e una soglia di sovra-intensità. Pertanto, programmi di esercizi convenzionali di flessione ed estensione, prevedono intervalli di intensità, che non favoriscono in nessun modo la crescita ossea (3).

Calcio

Il calcio è parte integrante di qualsiasi trattamento per l'osteoporosi. Un apporto di calcio sia nel bambino che nel giovane adulto aiuta a raggiungere il picco di massa ossea. Una grande percentuale della popolazione non soddisfa l'assunzione raccomandata di calcio fino a renderne necessaria un’integrazione (2). Un adeguato apporto di calcio diventa sempre più importante nelle donne dopo i 40 anni quando la perdita ossea è più evidente. La perdita ossea si verifica ad una velocità di circa l’1% in tarda età post-menopausa. L’integrazione di calcio diventa necessaria durante questo periodo di tempo a causa della diminuzione di estrogeni con un conseguente migliore assorbimento intestinale e renale del calcio di estrogeni (3). L’integrazione riduce in maniera significativa sia la perdita ossea del tratto lombare della colonna vertebrale nelle donne sia all’inizio che in premenopausa che la perdita dell'osso corticale durante i primi cinque anni della menopausa. Inoltre, l’integrazione di calcio riduce notevolmente la perdita ossea complessiva in donne che vivono la menopausa da almeno tre anni, anche se non sembra rallentare la rapida perdita di massa ossea trabecolare durante i primi anni della menopausa (2).

Un evidente supporto è dato dall’assunzione di calcio o dall’integrazione combinata di calcio e vitamina D, come trattamento preventivo per l'osteoporosi dai 50 anni in su. Il calcio e il calcio combinato alla vitamina D sono stati correlati ad una riduzione del 12% del rischio di fratture di ogni tipo e di una ridotta perdita ossea dello 0,54% all'anca e dell’1,19% nella colonna vertebrale. Gli autori di una meta-analisi consigliano per coloro che rientrano in questa tipologia una dose minima giornaliera di 1200 mg di calcio e 800 UI di vitamina D (7). Un’integrazione di calcio senza la co-somministrazione di vitamina D aumenta il rischio di infarto del miocardio. Si è osservato che l’integrazione di calcio è correlato ad un aumento di circa il 30% di incidenza di infarto del miocardio e ad aumenti non significativi del rischio di infarto e mortalità. Gli studi hanno dimostrato che elevata assunzione di calcio nella dieta non aumenta il rischio cardiovascolare; pertanto una sua integrazione limiterebbe il rischio cardiovascolare da alto apporto di calcio. Tali integrazioni aumentano di molto i livelli sierici di calcio nei casi in cui siano stati positivamente associati ad una maggiore incidenza di infarto miocardico. La calcificazione vascolare è accertata come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e le integrazioni di calcio aumentano tale calcificazione (8).

Vitamina D

La Vitamina D regola l’assorbimento intestinale e renale di calcio aumentandone il riassorbimento unitamente a PTH. La carenza di vitamina D è molto frequente e si verifica in circa il 25% di pazienti anziani che presentano una frattura dell'anca. Tale carenza può essere originarsi da un minore assorbimento, dalla conversione della funzionalità epatica e renale 1,25(OH)-2D, e/o insufficienti esposizioni al sole (2). Lo studio non ha individuato nella prevenzione o trattamento dell’osteoporosi un effettivo beneficio dell’assunzione della sola vitamina D senza il calcio. Tuttavia, risulta benefico in soggetti con ridotti livelli sierici di vitamina D (9). L’integrazione di questa vitamina ha esercitato un lieve effetto protettivo nell'infarto miocardico e pertanto è importante la sua assunzione alla fine di un ciclo di calcio (10).

Vitamina K2

La vitamina K è importante per il mantenimento della salute ossea. È stata osservata una carenza di tale vitamina in donne affette da osteoporosi. Si è dimostrato che una sua integrazione riduce i livelli di calcio nelle urine e aumenta la correlazione tra l’osteocalcina e l’idrossiapatite nelle donne in post-menopausa. La maggiore quantità della vitamina K è generata dalla flora intestinale e quindi trattamenti antibiotici frequenti o a lungo termine ne determinano il calo (2). La vitamina K1 è un importante tipo di integratore della vitamina K mentre la vitamina K2 è la forma principale di vitamina K presente nei tessuti, compreso l’osso. La vitamina K2 è sintetizzato dai batteri intestinali ma presenze di caffeina si rilevano anche in specifici alimenti come i formaggi fermentati e i fagioli di soia (11).

Magnesium, Boron, and Trace Minerals Il magnesio, il boro, e i minerali traccia

La deplezione di magnesio compromette l'omeostasi minerale riducendo la sensibilità renale e scheletrica rispetto al PTH e riducendo i principi attivi della vitamina D. Una sua integrazione aumenta significativamente la densità ossea e riduce l’incidenza di fratture. Il rapporto calcio- magnesio rimane controverso e pertanto alcuni raccomandano un rapporto di 2 a 1 mentre altri un rapporto di 1 a 1. Il boro interagisce con altre sostanze nutritive e svolge un ruolo di regolatore del metabolismo osseo. La sua integrazione riduce l'escrezione urinaria di calcio e magnesio aumentando la concentrazione di siero 17-beta estradiolo e testosterone sierico. Esistono diverse tracce di minerali come rame, zinco e manganese essenziali nel metabolismo osseo per il loro ruolo di co-fattori di reazioni enzimatiche necessarie per sviluppare e mineralizzare l’osteoide (2).


Conclusione

L'osteoporosi è una condizione che si può prevenire e curare. Esistono una varietà di fattori che possono determinare una perdita di tessuto osseo come una dieta povera di calcio, l’inattività, ecc. In considerazione dei rischi connessi con alcuni degli approcci convenzionali per l'osteoporosi molte persone ricorrono alle alternative naturali. Il calcio è utile nella prevenzione e nel trattamento dell'osteoporosi. Si dovrebbero consumare alimenti in cui è presente, se possibile, e integrandolo quando necessario. Sembrano promettenti un’integrazione di vitamina D, vitamina K2, di magnesio e di altri nutrienti menzionati in questo articolo ma attualmente è necessaria una ricerca più approfondita.