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Trattamenti naturopatici e coadiuvanti per la vitiligine

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Diversi agenti naturali vengono esplorati per il loro uso e applicabilità nella gestione della vitiligine, in particolare in combinazione con trattamenti convenzionali come la fototerapia. Esploreremo una selezione di questi agenti, tra cui la dieta, gli integratori per uso orale e perfino i trattamenti topici.

senior-coupleLa vitiligine è una malattia della pelle caratterizzata da una perdita acquisita di melanociti funzionanti, che porta all’assenza di pigmentazione. Si ritiene che colpisca circa l’1–4% della popolazione dell’Asia meridionale, degli Stati Uniti e dell’Europa.1,2 È classificata principalmente come non segmentale e segmentale, la più comune delle quali è la prima (che comprende fino al 90% dei casi). La forma non segmentale è caratterizzata anche dall’insorgenza, tipicamente in età adulta, da un decorso progressivo e cronico, dalla comparsa di lesioni nei siti di pressione o di attrito e da un rapporto con l’autoimmunità. Anche una predisposizione genetica può contribuire, in quanto fino al 40% dei pazienti riferisce una storia familiare di vitiligine.3 Tra i possibili fattori scatenanti, sono stati segnalati stress emotivo, scottature solari e fattori meccanici (come attrito da abbigliamento o calzature, pressione cronica, graffi, ferite e presenza di altre malattie della pelle).4 La patogenesi alla base della vitiligine deve ancora essere completamente chiarita; tuttavia, i meccanismi teorizzati in gioco danno un’idea dei modi in cui le potenziali terapie naturali possono aiutare. La tabella 1 fornisce una panoramica di tali meccanismi.

Tabella 1 Possibili meccanismi di patogenesi della vitiligine 5

Teoria

Prominenza per il tipo di vitiligine

Meccanismo patogeno

Autoimmune

Nonsegmentale / Generalizzata

Distruzione dei melanociti tramite reazioni autoimmuni

Accumulo di specie reattive dell’ossigeno (ROS)

Nonsegmentale / Generalizzata

Perdita di melanociti dovuta a sovrapproduzione di ROS derivante da stress ossidativo

Melanocitorragie

Nonsegmentale / Generalizzata

L’adesione cellulare difettosa porta al distacco cronico dei melanociti, con conseguente suscettibilità all’attrito e, successivamente, alla perdita di melanociti

Neurale

Segmentale

L’eccessivo rilascio di fattori neurogeni dalle terminazioni nervose periferiche nella pelle innesca la perdita di melanociti

 

Gli approcci di trattamento convenzionali sono tipicamente adattati in base al tipo di vitiligine diagnosticata, alla gravità clinica e al livello di comfort dei pazienti per quanto riguarda l’aspetto della lesione. In tutti i casi, la prevenzione dei fattori scatenanti è fondamentale. Ciò può includere il supporto per lo stress emotivo, se presente, così come l’educazione del paziente per quanto riguarda l’evitare/limitare sia l’irritazione meccanica (come calzature aderenti o attrito causato dall’abbigliamento) che le scottature solari. L’educazione all’uso di creme solari e altre strategie di protezione solare è fondamentale, dal momento che la pelle non protetta può portare a uno scurimento della pelle non colpita

senior-couple(amplificando il contrasto con le aree colpite dalla vitiligine). Inoltre, la mancanza di melanina sulle aree di pelle interessata può aumentare la suscettibilità alle scottature e ai danni cutanei in queste aree.6 In generale, i trattamenti possono includere mimetismo cosmetico, come fondotinta , coloranti o creme; corticosteroidi topici (ad esempio, clobetasol propionato o betametasone valerato); inibitori topici della calcineurina (ad esempio, pimecrolimus o tacrolimus); approcci fototerapici, come UVB a banda stretta (NB‑UVB) e psoralene più UVA (PUVA). Attualmente non è nota una cura per la vitiligine. L’intervento precoce è tuttavia giustificato, dato che le lesioni sviluppate di recente sembrano rispondere in modo più efficiente al trattamento rispetto a quelle più vecchie.7 Un altro aspetto della gestione è quello di valutare qualsiasi impatto la presenza di vitiligine abbia avuto sulla salute mentale e l’autostima del paziente. Questo alla luce della ricerca che suggerisce l’esperienza di vari effetti psicosociali su alcuni individui con vitiligine, tra cui depressione, ansia, un’immagine negativa del proprio corpo e difficoltà nei rapporti sessuali. Una gestione che si avvalga approcci naturopatici e/o la raccomandazione di consultare a uno specialista di salute mentale può aiutare ad affrontare queste preoccupazioni, se presenti.8,9,10,11

Un campione di considerazioni sul trattamento naturopatico e coadiuvante

La maggior parte delle terapie a base naturale che esamineremo è stata studiata per l’impiego solo in combinazione con i trattamenti convenzionali e, in particolare, con la fototerapia. Come tale, questo offre l’opportunità al medico naturopata e al proprio dermatologo curante, di coordinare un approccio terapeutico. L’integrazione aggiuntiva di adeguamenti della dieta, così come l’uso di integratori per via orale a base di erbe e nutrizionali, può fornire una varietà di benefici. Questi includono effetti antiossidanti, immunomodulatori e fotoprotettivi volti a colpire alcuni dei fattori che contribuiscono alla vitiligine, come lo stress ossidativo e la distruzione autoimmune dei melanociti.12 Inoltre, la ricerca che vedremo suggerisce in che modo possano agire in sinergia con i trattamenti convenzionali, migliorando anche la tollerabilità della fototerapia.13

Assunzione di acidi grassi essenziali con la dieta

Alcune ricerche hanno suggerito che i tipi di grassi consumati nella dieta possono modulare il rischio di sviluppo della vitiligine. In un recente studio caso-controllo è stato riscontrato che i soggetti con vitiligine, rispetto a coloro che non ne sono affetti, consumano sia una maggiore quantità di acidi grassi saturi (p = 0,008) che una minore quantità di acidi grassi essenziali, in particolare gli acidi grassi omega-3 acido eicosapentaenoico (EPA) (p = 0,001) e l’acido docosaesaenoico (DHA) (p = 0,004).14 Sebbene questi risultati possano rappresentare i benefici antinfiammatori derivati da tale profilo di assunzione di grasso, gli autori hanno riportato come l'associazione tra l'omega-3 antinfiammatorio e la vitiligine sia andata persa una volta adeguata a variabili confondenti come l'età, il sesso e l'indice di massa corporea. Ciò che non è stato influenzato da tali fattori di confusione, tuttavia, è stata l'associazione tra l'assunzione totale di grassi e la vitiligine, che ha mostrato un rapporto di probabilità aggiustato di 2,84 (95% IC: 1,63-5,44, p = 0,01).15 In questo contesto, il rischio di vitiligine è quasi tre volte più alto in coloro che consumano le maggiori quantità di grasso totale. Ulteriori ricerche dovrebbero aiutare a chiarire gli effetti protettivi o dannosi che vari sottotipi di grassi alimentari possono avere in questo senso.

Integratore combinato antiossidante

Molto interesse si è concentrato sugli antiossidanti, come l'acido alfa-lipoico, che grazie alle sue proprietà antiossidanti protegge la membrana cellulare e ricicla la vitamina C, oltre ad avere un impatto positivo sullo stress ossidativo e sull'infiammazione.16 Uno studio clinico ha dimostrato la capacità della combinazione antiossidante di favorire il processo di ripigmentazione, quando combinata con il trattamento NB-UVB. In uno studio pilota multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, 28 soggetti con vitiligine non segmentata sono stati analizzati per valutare gli effetti dell'integratore combinato antiossidante, nei due mesi precedenti e per sei mesi durante la terapia con NB-UVB.17 L'integratore antiossidante conteneva acido alfa-lipoico (50 mg), vitamina C (50 mg), vitamina E (20 mg), acidi grassi polinsaturi (12%) e cisteina monoidrato (50 mg), con due compresse assunte giornalmente. Al termine dello studio, un riscontro clinico noto significativo era che il 47% del gruppo di test aveva raggiunto un livello di ripigmentazione di grado 3 (> 75% di ripigmentazione; p < 0,05 a confronto del placebo) e poco meno del 24% aveva raggiunto un livello di ripigmentazione di grado 1 (< 50% di ripigmentazione) o di grado 2 (50–75%). Ciò è in contrasto con il 18% del gruppo placebo, che ha ottenuto un livello di miglioramento di grado 2 o 3. Inoltre, l'analisi biochimica ha dimostrato una riduzione della produzione intracellulare di ROS per il gruppo in esame (rispettivamente del 57% e del 60% dei valori basali a 2 e 6 mesi; p < 0,02), rispetto all'assenza di tali risultati per il gruppo placebo. Gli autori hanno concluso che questo intervento ha contribuito ad aumentare l'efficacia della terapia con NB-UVB, mentre apparentemente spiega lo stress ossidativo che si verifica negli individui con vitiligine.18

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Polipodium leucotomos

Il Polypodium leucotomos (PL) è una felce tropicale originaria dell'America meridionale e centrale. I componenti noti di PL includono composti polifenolici, come acido vanillico, acido caffeico, acido p- cumarico e acido ferulico, insieme ai monosaccaridi. Si ritiene che questi contribuiscano ai suoi effetti fotoprotettivi, antiossidanti e chemioprotettivi, tra gli altri.19, 20 L'uso principale degli integratori per via orale con estratto di PL è come forma aggiuntiva di fotoprotezione. Questo impiego, insieme all'uso di altre misure di protezione solare, tra cui l'uso di schermi solari, può fornire un ulteriore livello di protezione contro lo sviluppo di scottature. Emergono Altre ricerche, per quanto riguarda un possibile beneficio per l'uso in disturbi della pigmentazione cutanea, come melasma e vitiligine, gestione dei disturbi fotosensibili della pelle, e fotoinvecchiamento.21,22,23

Specifico per la vitiligine, il PL può offrire numerosi benefici, grazie alle sue proprietà immunomodulanti, antinfiammatorie ed antiossidanti. In aggiunta a ciò, si ritiene che i suoi effetti fotoprotettivi limitino gli effetti avversi inerenti alla terapia con PUVA, che possono includere reazione alle scottature, vesciche, ripigmentazione scura e un aumentato rischio di cancro della pelle.24 Al contrario, la terapia con NB‑UVB è generalmente meglio tollerata, ed è considerata un trattamento di prima linea per molte forme di vitiligine. Ad oggi, il PL è stato studiato solo per l'uso come terapia orale coadiuvante per PUVA o NB-UVB. In questi studi sull'uomo, questa combinazione con la fototerapia ha dimostrato un aumento degli effetti di ripigmentazione sulle aree trattate.25, 26, 27 Per esempio, un team ha studiato gli effetti della terapia con NB-UVB due volte alla settimana in combinazione con 250 mg di PL tre volte al giorno o placebo in 50 soggetti con vitiligine volgare, una forma di vitiligine generalizzata che mostra una dispersione di lesioni con ampia diffusione.28, 29 Dopo 26 settimane, è stato osservato un aumento significativo della ripigmentazione nel gruppo PL (aumento del 44%) sulle aree della testa e del collo rispetto al gruppo placebo (aumento del 27%) (p = 0,006]. Sono state riscontrate differenze leggermente maggiori, ma non significative, per altre aree del corpo, tra cui il tronco (aumento del 6% nel PL rispetto al placebo), le mani e i piedi (aumento del 5% rispetto al placebo) e le estremità (aumento del 4% rispetto al placebo).30

Il meccanismo della capacità di ripigmentazione del PL include l'antiossidazione e l'inibizione delle risposte immunitarie cellulo-mediate, come una riduzione dell'interleuchina‑2, dell'interferone‑gamma e del fattore di necrosi tumorale ‑alfa; e un aumento dell'interleuchina‑10.31

Olio di semi di cumino nero (Nigella sativa)

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Profusamente coltivata in aree come l'Europa orientale, il Medio Oriente e parti dell'Asia,32 la pianta in fiore di Nigella sativa produce semi neri il cui olio viene estratto per l'impiego per una varietà di disturbi della pelle.33 Si ritiene che il suo componente principale, il timochinone, sia alla base di molte delle sue proprietà medicinali, tra cui gli effetti antinfiammatori, immunomodulanti e antimicrobici.34, 35 In uno studio clinico di sei mesi sull'uomo, un'équipe ha studiato soggetti con vitiligine generalizzata o localizzata, diagnosticati negli ultimi cinque anni.36 Ventisei dei soggetti hanno applicato giornalmente olio di semi di cumino nero per via topica sulle aree della vitiligine ed è stata effettuata una valutazione in relazione ai cambiamenti osservati nell'Indice di Punteggio dell'Area della Vitiligine (VASI), per cui un punteggio di 0 indica l'assenza di depigmentazione e quello di 5 rappresenta l'assenza di pigmentazione.37 Alla fine dei sei mesi, il punteggio medio VASI si è ridotto dal suo punteggio basale di 4,98 (± 4,81) a 3,75 (± 3,91) (p = 0,02), mostrando la maggiore percentuale di miglioramento sugli arti inferiori, sul tronco, sulla testa e sul collo.38 Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per chiarire il suo meccanismo d'azione, una teoria sostiene che l'olio di semi di cumino nero aumenti la capacità della melanina di disperdersi all'interno della pelle.39 Ciò in riferimento a ricerche su animali in lucertole che suggeriscono che il timochinone possa simulare l'attività dell'acetilcolina, causando il rilascio di melanina attraverso la stimolazione dei recettori colinergici.40 Si ritiene che il timochinone abbia anche una funzione protettrice delle cellule dallo stress ossidativo e dai danni.41

Conclusione

Numerosi agenti naturali vengono esplorati per il loro uso e l'applicabilità nella gestione della vitiligine, soprattutto in combinazione con gli attuali trattamenti convenzionali come la fototerapia. Sebbene questa ricerca emergente sia entusiasmante, sono necessari ulteriori studi di alto profilo sull'uomo per rispondere a domande chiave, tra cui quali approcci possano offrire il più alto grado di efficacia e quale siano la durata necessaria del trattamento, il dosaggio orale o topico ottimale e i dettagli sulla terapia, prima di vederne i benefici.